Territorio di Pisticci

Dove si trova Pisticci?

Pisticci sorge a 364 m s.l.m. nella parte centro-meridionale della provincia e si estende tra i fiumi Basento, ad est, e Cavone, a ovest, che separano il territorio pisticcese rispettivamente dai comuni di Bernalda (18 km) e Montalbano Jonico (24 km). Sempre ad est si affaccia sul Mar Jonio e confina ancora con i comuni di Craco (19 km), Ferrandina (23 km), Pomarico (24 km) e Scanzano Jonico (27 km). Dista 47 km da Matera e 92 km dal capoluogo di regione Potenza. Pisticci è composto da diverse frazioni e borghi, le più rilevanti sono Casinello, Centro Agricolo, Marconia, Pisticci Scalo, Tinchi, ai quali si aggiunge negli ultimi anni la crescente località turistica di Marina di Pisticci.

Le tre colline su cui sorge il centro storico, Serra Cipolla, San Francesco e Monte Corno, sono situate nella parte occidentale, dove il terreno è prevalentemente argilloso e i versanti sono caratterizzati da profonde scanalature, i calanchi. A causa della natura del terreno, Pisticci è stata spesso interessata da fenomeni di dissesto idrogeologico e frane. Nella parte orientale del territorio, invece, si estende un altopiano che digrada dolcemente verso la pianura metapontina e verso gli 8 km di costa, limite comunale sul mar Jonio.

L’abitato di Pisticci ha la forma di una S, a formare una sorta di anfiteatro naturale, caratteristica per la quale, data la sua posizione strategica e dominante, è denominata il balcone sullo Jonio o l’anfiteatro sullo Jonio.

Dal passato al futuro il passo nella costa Jonica è breve; infatti spostandosi da Metaponto a Pisticci si passa dalle rovine archeologiche al paesaggio lunare dei calanchi. Il balcone sullo Jonio, così è conosciuta Pisticci per via della sua posizione geografica, è infatti caratterizzato dalla presenza dei calanchi, rocce argillose formatisi a causa dell’erosione del terreno. Scendendo verso la Marina di Pisticci si incontrano otto chilometri di spiagge e il caratteristico Porto degli Argonauti.

Definita la “città bianca”, per le sue case tinteggiate di calce dai caratteristici tetti rossi, allineate su lunghe file nel suggestivo rione “Dirupo”, Pisticci è una cittadina che presenta monumenti ed opere d’arte di rilievo e molte attrattive.

Storia di Pisticci

I primi insediamenti in territorio di Pisticci risalgono al X secolo a.C., ad opera degli Enotri, e sono testimoniati da diverse necropoli.

Successivamente l’area venne colonizzata dai Greci e Pisticci divenne un importante centro del territorio di Metaponto. Tra il V e il IV secolo a.C. vi visse e operò il cosiddetto Pittore di Pisticci, primo ceramografo italiota ad aver adottato in Magna Grecia la produzione di vasi a figure rosse.

Dopo la sconfitta di Taranto, Pisticci passò sotto la dominazione romana e diventò un importante centro agricolo.

Intorno all’anno 1000 i Normanni costituirono il feudo di Pisticci, posseduto in successione dai Sanseverino, dagli Spinelli, dagli Acquara e dai De Cardenas. Sempre nello stesso periodo, i Benedettini fondarono il cenobio di Santa Maria del Casale, poco distante dall’abitato, sui resti di un antico insediamento basiliano.

Nel corso del Seicento Pisticci fu colpita prima dalla peste e poi dalla cruenta frana del 1688, in seguito alla quale venne costruito il nuovo quartiere denominato Dirupo.

In seguito ad un’altra frana nel 1976, ci fu un nuovo spostamento della popolazione che fece espandere la frazione di Marconia.

Palazzi storici, torri difensive e antichi rioni fanno della “città bianca” di Pisticci uno scrigno di preziosi gioielli da ammirare e preservare.

Dei suoi numerosi rioni colpisce, per la rarità urbanistica che lo contraddistingue e per la storia che si cela dietro le sue “casedde”, il “Dirupo” anticamente noto come Casalnuovo. Sorto a seguito della rovinosa frana del 1688, continuò ad essere abitato dalla popolazione che non volle trasferirsi a valle.

Bellissime, di giorno per il contrasto tra il bianco delle loro facciate e l’oro dei raggi del sole, e di sera per la suggestiva illuminazione che le avvolge, le tipiche casette bianche sono allineate seguendo un’architettura semplice e spontanea. Sulla parte più alta e antica dell’abitato svetta invece il rione “Terravecchia”, dove si possono ammirare il castello di epoca normanna, di cui resta solo la torre quadrata, l’antica porta del paese, la chiesa madre e numerosi palazzi gentilizi.

Nella frazione di Marconia si erge il castello di San Basilio costruito dai monaci basiliani nel VII secolo come masseria fortificata, successivamente con l’avvento dei normanni assunse sempre più le caratteristiche di un castello perché ampliarono la costruzione con un torrione centrale. Dopo la dominazione normanna il castello fu donato alla comunità benedettina dell’abbazia di Santa Maria del Casale di Pisticci.

Cuore del borgo è piazza Umberto I, dove si incontrano palazzi di grande rilievo storico, come il Palazzocchio sede di un archivio del Cinquecento e il Palazzo Giannantonio, di fine XVII secolo, oggi sede del comune.

Molto suggestiva è la piazzetta su due livelli denominata il “Terrazzo del melograno”, caratterizzata da archi e splendidi murales, che raffigurano i fiori e i frutti di melograno.

Tra il centro storico e l’immediato circondario vi è un sistema di torri difensive come la Torre Bruni, Accio e Minnaia.

I sapori

A Pisticci ha visto i natali anche uno dei prodotti della Basilicata più famosi al mondo: l’Amaro Lucano, simbolo della regione e delle sue caratteristiche di tradizione e genuinità. La ricetta a base di erbe e di un misterioso ingrediente è tramandata di anno in anno dai componenti della famiglia Vena, che gelosamente la custodiscono. Nasce nel 1894 e racchiude più di 30 erbe, che vengono lavorate mediante un processo che lascia una particolare attenzione alla fase di maturazione, momento in cui l’infuso viene lasciato riposare per un lungo periodo.
E’ qui che il gusto si affina, acquisendo un carattere armonioso, omogeneo, dalle gradevoli note agrumate e floreali, firma inconfondibile dell’Amaro Lucano.

La cucina tradizionale è la tipica meridionale: piatti semplici della tradizione contadina con pasta fatta in casa, verdure e carne di maiale.

I tipi di pasta tipici sono l tapparédd (a forma di rombo), l rucchëlë (ruccoli, gnocchetti concavi), l tagghiariédd (tagliolini), maccheroni ai ferri e orecchiette, con sughi spesso insaporiti da cacciagione, una volta lepre e cinghiale, ma anche uccelletti prede della micciarola. Tagliolini e ruccoli si prestano anche a piatti con verdure cotte: i ruccoli in particolare vengono impiegati per un piatto molto simile a quello pugliese degli “strascinati” e cime di rape, mentre i tagliolini vanno bene con i ceci, i fagioli o i piselli. Per non dire della cicerchia, leguminosa assai discussa, almeno nel vissuto popolare, per un’antica credenza che la vuole capace di far perdere la ragione.

Le verdure tipiche sono fave e cicorie (faf e ciuquèrë), i lambasciùn (cipolline). I lampascioni sono bulbi selvatici, che si scavano nel terreno usando una zappa lunga e stretta, ” u zappudd’”. Corrispondono presumibilmente alla pianta nota come muscaro: leggermente amarognoli, ricchi di proprietà sconosciute, digestivi, forse afrodisiaci, si cucinano e si conservano secondo diverse modalità, con l’olio fritto e l’aceto, con il peperoncino, impanati nell’uovo e così via.

I dolci tipici natalizi sono le pettole, le ‘ngartagghiat (cartellate), i purcëdduzzë (porcellini).

Natura e Parchi

Il borgo di Pisticci è circondato dal brullo ma affascinante paesaggio dei caratteristici “calanchi lucani”.

Immensi ammassi argillosi modellati in milioni di anni dalle forze naturali, i calanchi svettano e si impongono allo sguardo in un territorio ricco di storia e cultura, conferendo anche alla natura il suo prezioso valore.

Tra il mar Ionio, la Valle del Sinni e la Valle dell’Agri, i “calanchi lucani” si estendono fino ai confini del Parco di Gallipoli Cognato. I “giganti” di argilla di Pisticci rientrano nel comprensorio che include anche quelli di Montalbano Ionico, Craco, Stigliano, Ferrandina, Salandra, Tursi e Aliano.

Il patrimonio religioso

Nel centro storico del paese, costruito sulle colline di Serra Cipolla, San Francesco e Monte Como, troviamo la Chiesa madre dei Santi Pietro e Paolo, di stile romanico-rinascimentale costruita su una chiesa preesistente nel quartiere Dirupo. La sua grande e alta cupola emisferica svetta e fa capolino da ogni angolo del centro storico, preziosi sono gli altari e le tele di stile barocco conservate al suo interno.

L’Abbazia di Santa Maria del Casale ha molto probabilmente origini antichissime, pare infatti sia stata costruita intorno al 1087 sui ruderi di un antico cenobio greco-bizantino da Rodolfo Maccabeo e Emma d’Altavilla. L’edificio di culto, in stile romanico pugliese, ha al suo interno una pregevole statua lignea raffigurante la Vergine e risalente al XII secolo.  Sulla piazza centrale del paese è situata la Chiesa di Sant’Antonio, fino al 1860 parte del convento di Santa Maria delle Grazie, con pianta a tre navate e con al suo interno numerosi affreschi di stile barocco e altari realizzati in marmo di Carrara.

Archeologia

In località San Teodoro, nel territorio di Pisticci, sorge la preziosa Area Archeologica dell’Incoronata, nota anche come Incoronata – San Teodoro.

Gli scavi condotti negli anni ’70 del secolo scorso sull’area collinare che affaccia sulla riva destra del Basento hanno portato alla luce i resti di un villaggio enotro risalente al IX secolo a.C. e di uno greco di epoca successiva.

Molti degli oggetti e dei reperti rinvenuti nei dintorni sono esposti presso il Museo archeologico nazionale di Metaponto.

Sguardo dall’alto di Pisticci di Emanuele Rondinone

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Pisticci veduta dall'alto